Piccole donne e piccoli uomini, nel senso anagrafico, alla ricerca di un'affermazione personale, precisi, determinati, portatori sani di una logica aziendale atta a fare del #branding di se stessi una strategia vincente. Dimenticate On The Road, dimenticate la fantasia al potere, non servono, qui si vola un po più bassi, tra riviste per Millennials fighetti e messaggi pubblicitari orgogliosamente indossati e vissuti.
L'aspetto fisico non conta, Photoshop e le inquadrature di profilo fanno miracoli, nessuno vuol sapere come siete veramente, conta il vostro avatar.
Il selfie è un'Arte, guai a praticarla da soli: esaurite le classiche inquadrature di scarpe, vasche da bagno e specchi, avrete bisogno di un assistente per rendere epico il vostro ritratto.
Due le scelte vincenti, di profilo possibilmente contro uno sfondo neutro e delavè o di spalle ad enfatizzare una prospettiva infinita.
Vi state chiedendo quante possibilità di successo ci possano essere in un'immagine vista e rivista? Infinite, la generazione dei Millennials ama la ripetizione e la riconoscibilità, memori della lezione di Warhol, la applicano ad libitum senza mai porsi problemi sulla provenienza degli archetipi fotografici che usano. Tanta beata inconsapevolezza porta quasi sempre gli utenti a replicare all'infinito, quattro o cinque immagini standard, rigorosamente figlie della pubblicità e, tra omaggio e plagio, il passo è breve.
Il Look è importante: non siete la Contessa di Castiglione, non ne avete nè i mezzi nè la bellezza ?
Tranquilli, il formato delle foto è piccolo, la qualità bassa, conta la visione d'insieme.
Consiglio colori e tagli decisi alle giovani fashionblogger in erba, ottima occasione per raccontare sponsor e mettere in luce il proprio stile. Ne seguivo una su Instagram, con sincera ammirazione per la sua capacità di evidenziare con i rossetti degli sponsor una bocca normale, qualche viaggio per fare un po di travelblogging, le infinite foto di frutta, fiori, animali, qualità,l'ho continuata a seguire anche dopo averla incontrata per caso ad un evento veneziano. Era proprio lei! Piccola, con le gambe storte ed un faccino come si dice da noi, in Veneto, da pan comune, molta attitude per nulla.
Ho smesso di seguirla quando, come tanti altri, si è pericolosamente avvicinata a Venezia, svilendola in classiche prospettive di maniera, aiutata da un fidanzato impegnato a ripetere la stessa prospettiva centrale su ogni architettura veneziana senza nessun racconto, nessuno sforzo di capire.Peggio per me, entrambi sono tra i più gettonati instagrammers italiani.
Sempre ricordando, ne seguivo un'altra, intenta a raccontare la Venezia più slavata e meno contrastata di sempre, convinto che prima o poi, il suo profilo Instagram sarebbe diventato un monocromo bianco, pareva anche una cosa avantgarde nella patria della Luce e del Colore.
Scattava solo foto veneziane, inframmezzate da qualche viaggio all'estero, l'ho conosciuta, vive nella bellissima campagna veneta, mai una foto dei luoghi dove vive.Come tanti, insegue la "fama" e rivolge il suo sguardo solo ai profili con migliaia di followers, un giorno le ho scritto, in pubblico, se si era trasferita a Venezia, mi ha bloccato qualche minuto dopo.Non saprò mai la risposta.
Per i giovani uomini che popolano Instagram, la scelta è obbligata, il Look uno solo: hipster con barba, guardatevi l'ultima pubblicità della Opel per trarre spunto: #OpelMokka . Non lo dico io, lo dice Instagram, la possibilità di finire tra gli utenti suggeriti dalla app è legata alla lunghezza della vostra barba e all'altezza dei vostri salti ( jump cliché, ne parleremo un'altra volta ;-) )
Amministro il profilo di una Community, #Ig_Venice, su Instagram, vedo molte foto, penso molte cose...
Ho pochi followers perché mi stanco presto, si stancano i miei occhi, si stanca il mio cervello e, in un mondo di like for like, follow for follow, pochi sono disposti a seguirti dopo che hai schiacciato il famigerato tasto unfollow :-)
A presto
Giuseppe Boscaro junior aka Jason Bolkano è un’esperto di arte e antiquariato, convertito al WEB 2.0. In rete la sua anima un po’ barocca, un po’ illuminista ha intrapreso la via di Instagram per raccontare la città più "raccontata" del mondo. Iger e blogger appassionato, grazie alla profonda conoscenza della città e della laguna, crea percorsi inaspettati alla scoperta di Venezia . Consulenti d’eccellenza i suoi 4 gatti, rigorosamente veneziani. Parla veneziano, italiano, serbo e inglese.