Fa caldo, un appartamento senza aria condizionata, esposto totalmente a sud, ricorda un forno, allora ci si sveglia presto, doccia, colazione, si controllano gli orari dei treni per andare a fare un bagno, evitando fondali limacciosi e resse italiane e la scelta cade su BlaBlaCar, passaggio veloce ed economico fino a Trieste.
Federico B. arriva a prenderci alle 10.50, è gentile, puntuale, e con Ilaria, fidanzata copilota, riesce anche a rispondere agli sms che gli inviamo; un toscano ed una ligure, vivono da una vita a Bologna, son simpatici, rilassati e di buona compagnia, vanno a fare una vacanza in Croazia: laghi di Plitvice, Spalato e Zara. Ci complimentiamo per l’itinerario e proviamo a chiedergli se non ci potrebbero portare fino a Fiume che tanto son di strada, accettano, dopo aver controllato se la Citroen3 è omologata per il trasporto di cinque passeggeri. A Trieste, facciamo una piccola pausa e carichiamo anche Carolyn, Trinidad e Tobago, residente a New York e reduce da un mese in Italia a fare un corso di danza a Urbino. Al vecchio confine con la Slovenia ci fermiamo a mangiare, compriamo la pappa reale per le labbra di Lorenza, memore di un nostro antico e rocambolesco viaggio per la Grecia e complice la bruschetta sommersa di tartufo bianco che ci offre Carolyn ci sentiamo finalmente in vacanza. Pregusto l’arrivo ad Abbazia, pensando al mare che ci aspetta, al cibo e alla voglia di mostrare ad Andriy i paesaggi bellissimi della mia infanzia.
Manca poco al confine croato, iniziamo tutti a tirar fuori i documenti, chiedo a Andriy dov’è il suo
passaporto ucraino, risponde piccato, come sempre quando sa di avere torto, che gli ho ricordato solo il suo permesso di soggiorno permanente, pensava bastasse quello…
Faccio appello a tutta la mia calma, ormai siamo al confine, un mese fa ho visto far passare il confine ad un’anziana signora italiana che pensava fosse sufficiente la Patente di Guida.
Federico consegna i documenti di tutti ad un occhiuto doganiere sloveno , che fa una serie di domande a Carolyn, scansionando il suo passaporto, salvi gli italiani, tocca ad Andriy, gli chiede dov’è il passaporto, Andriy risponde che pensava bastasse il permesso di soggiorno ma se serve ha la scansione del passaporto nel telefonino.
Il doganiere sloveno inizia a perdere la pazienza, consiglio ad Andriy di scendere e andare a parlargli, il tutto prende una piega comica, con Andriy che sfodera il suo zoppicante serbo croato con il doganiere sloveno che gli risponde in croato.
Prende i nostri documenti, esce dal gabbiotto e ci ordina di parcheggiare la macchina a lato per non intralciare l’arrivo degli altri viaggiatori e se ne va senza altre spiegazioni.
Capisco che non finirà bene e iniziò a salutare i nostri compagni di viaggio, un finale un po' Casablanca, un po' Le Vacanze Intelligenti, ci abbracciamo augurandoci buone vacanze, Federico propone persino di riportarci a Trieste, ma non sembra giusto approfittare della loro gentilezza. Torna il doganiere sloveno, dice che Andriy deve scendere, che anche se lo facesse passare, rischierebbe 500 euro di multa per aver attraversato il confine con un documento non valido.
Prendiamo le nostre cose e ci spostiamo davanti agli uffici dei doganieri, non mi perdo d’animo e inizio a chiedere passaggi agli autobus serbi in transito, mi spiegano che non possono far salire nessuno perché è un viaggio riservato per la Svizzera, il terzo autobus, è vuoto, viene da Sarajevo, i due autisti mi dicono che vanno a Trieste ma non possono far salire persone al valico di frontiera, gli chiedo se sarebbe più facile se ci spostassimo a qualche centinaio di metri dal confine, rispondono di sì.
Ci recuperano trecento metri dopo, son gentili, e mi chiedo se avrei fatto lo stesso anch’io, se non mi sarei chiesto cosa ci fanno due tizi senza macchina ad un valico di frontiera in mezzo al nulla, per fortuna nostra son due persone di buon cuore, si limitano a sorridere e a guardare stupiti un Andriy ancora molto agitato e arrabbiato.
Passiamo un’ora di viaggio, colonna sonora Sevdah, musica tradizionale bellissima della Bosnia, riarrangiata in chiave turbo che mi fa pensare che ne abbiamo parlato da poco con il mio amico Claudio voglioso di viaggio nei Balcani e non trattengo il sorriso e penso che ho appena vissuto un momento surreale che non può e non deve finire con un rientro a casa.
Arriviamo a Trieste, ringraziamo i nostri meravigliosi autisti, che rifiutano qualsiasi somma di denaro, accettano solo dei succhi di frutta freschi che vado a comprare per loro all’autostazione. Ci stringiamo la mano, loro felici di aver fatto una buona azione noi terribilmente riconoscenti.
La nostra vacanza finirà tra il mare di Sistiana, le belle osterie di Trieste e le stelle cadenti viste dal Molo Audace, ma, il Viaggio, comunque, è nella testa
Giuseppe Boscaro junior aka Jason Bolkano è un’esperto di arte e antiquariato, convertito al WEB 2.0. In rete la sua anima un po’ barocca, un po’ illuminista ha intrapreso la via di Instagram per raccontare la città più "raccontata" del mondo. Iger e blogger appassionato, grazie alla profonda conoscenza della città e della laguna, crea percorsi inaspettati alla scoperta di Venezia . Consulenti d’eccellenza i suoi 4 gatti, rigorosamente veneziani. Parla veneziano, italiano, serbo e inglese.