La Signora di Firenze
Così Ti scrivo,
Da questo mio Presente così incerto, per dirti che mi manchi, mi mancano le tue lunghe telefonate, il trillo entusiasta della tua voce, così fiorentina, così profondamente italiana.
Ci siamo incontrati alla stazione dei treni in un bel viaggio da Firenze a Venezia, Roberto mi aveva raccontate mirabilie sul tuo carattere e mi aveva affidato il compito di occuparmi di te, di farti compagnia nel tuo soggiorno veneziano.
Mi hai aggredito subito, già in treno, dicendomi che non ti parevo un granché e anch’io, dalla prima occhiata ho pensato che quello chignon, quegli occhiali enormi, quel tabernacolo di pizzi, trine, ruches e falpalà, per me, era troppo.
Il giorno dopo eravamo già amici, amici buffi, una bella signora di settant’anni ed un ragazzino di 25 anni, hai vinto ogni mia immatura ritrosia aggirando linee di difesa che credevo sicure come un generale vittorioso.
Mi hai rovesciato addosso secchiate di buonumore, vedevi la vita con gli occhiali rosa, cultura, vastissima, fatta di ottime letture, incontri fortunati, ed una grande capacità di vivere, vivere tanto, vivere appieno, cibo, giornate a cucinare assieme, ricettari bellissimi che per me avevi vergato a mano, regali, preziosissimi e molto ragionati.
Poi son stati anni di felicità, viaggi a Firenze, tuoi lunghi soggiorni nelle mie case, momenti bellissimi che il tempo non è riuscito a cancellare.
Sei diventata parte della mia vita, parte preziosa della mia famiglia, i tuoi racconti, la tua Firenze, con Margherita Hack come compagna di scuola, il giovane Franco Zeffirelli alle prese con gli avieri, la tua bellezza immortalata nelle sculture di Bruno Innocenti, la guerra, tu, giovane fascista, che in una Firenze dilaniata dalla guerra civile, intercedi con la Banda della Carità salvando partigiani e,non poteva mancare il bellissimo pilota della RAF con cui giri la Toscana mappando i luoghi di sepoltura alleati.
Il tuo matrimonio con Vasco, la suocera ingombrante, la dura e aspra cognata slovena, i tuoi primi passi nel mondo dell’antiquariato, i successi, il tuo grande gusto che si impone con le prime conversation pieces vendute ai molti clienti che incontri in giro per l’Italia. Chiara e Vieri, i tuoi adorati figli, per cui sei stata una madre amorosa,ingombrante e molto esigente.
Scherzavamo molto su questa nostra amicizia, un po’ mi chiamavi Cheri un po’ il tuo bel Caronte, traghettatore d’anime, viatico, come molte altre parole, me l’hai insegnato tu.
Quando la vita ha iniziato a colpirti con più durezza, son sparito come un ladro dalla tua vista, incapace vigliacco che non aveva più energie nemmeno per se, ho diradato le telefonate e non ti ho più chiamato.
Il tuo ritratto, un pastello scenografico dove guardi lo spettatore con fare regale mi guarda ogni giorno, ed ogni giorno una fitta di rimorso mi fa pensare a Te e alla fortuna di averti incontrato.
Dovunque Tu sia, voglio chiederti scusa per non esser stato all’altezza, voglio dirti grazie per essere stata una donna speciale, un’amica, una complice, una vice nonna, un mare di Amore immenso.
Sempre tuo
Giuseppe
Giuseppe Boscaro junior aka Jason Bolkano è un’esperto di arte e antiquariato, convertito al WEB 2.0. In rete la sua anima un po’ barocca, un po’ illuminista ha intrapreso la via di Instagram per raccontare la città più "raccontata" del mondo. Iger e blogger appassionato, grazie alla profonda conoscenza della città e della laguna, crea percorsi inaspettati alla scoperta di Venezia . Consulenti d’eccellenza i suoi 4 gatti, rigorosamente veneziani. Parla veneziano, italiano, serbo e inglese.